ABBEY ROAD – LET IT BE

Doppio progetto originale e molto ambizioso: i due ultimi capolavori dei Beatles, Abbey Road e Let It Be, riproposti nello stesso concerto, in occasione dei due anniversari 2019 e 2020.
Alcune delle canzoni più celebri dei due album fanno già parte da molti anni del repertorio più frequentato dai Magical Mystery, tra queste, Come Together, Here Comes the Sun, Because, il medley che chiude Abbey Road, formato da Golden Slumbers, Carry That Weight, The End, e ancora: Across the Universe, The Long and Winding Road, Get Back e Let It Be, canzone questa che, incisa il 4 gennaio del 1970, vide per l’ultima volta i Beatles insieme in uno studio di registrazione. Il concerto prevede l’esecuzione integrale dei brani, rigorosamente nell’ordine in cui compaiono nei due dischi e rappresenta un’occasione unica per far rivivere ai sempre numerosissimi fans dei Beatles l’ultima fase dell’incredibile parabola creativa dei Quattro.
Nato nella confusione e nella tensione dei loro ultimi giorni insieme prima dell’addio, Abbey Road segna un’ultima, magnifica collaborazione tra i quattro Beatles. È il culmine di sette anni incredibili che li hanno visti sempre a stretto contatto. In questo album raccolgono tutto il materiale che hanno lasciato in sospeso e lo trasformano nel loro monumento più brillante, uno dei punti più alti della loro formidabile carriera. La leggendaria foto di copertina venne scattata l’8 agosto: ritrae il celebre quartetto che se ne va dagli studi in cui ha passato migliaia di ore negli ultimi anni. Quando l’1 ottobre del 1969, Abbey Road esce nei negozi, la band non esisteva già più, sebbene la comunicazione ufficiale dello scioglimento arrivò solo il 10 aprile 1970, in contemporanea con l’uscita del primo disco da solista di Paul McCartney. L’8 maggio 1970, circa un mese dopo quella data, fu pubblicato Let It Be, il capitolo conclusivo dell’appassionante storia della band di Liverpool. Registrato quasi interamente in presa diretta, nel gennaio del 1969, fu improvvisamente interrotto per portare a termine Abbey Road.
Inizialmente concepito con il titolo Get Back, manifestava il desiderio del Quartetto di tornare alle origini, attraverso il recupero dell’originale impronta rock e dell’approccio live. Di conseguenza non erano previste né strumentazioni elettroniche, né sovraincisioni di alcun tipo, bensì la significativa collaborazione del tastierista jazz Billy Preston, che il gruppo aveva conosciuto nei primi anni Sessanta ad Amburgo.
L’idea di un album registrato dal vivo naufragò ben presto, trasformandosi in quella indimenticata performance tenutasi il 30 gennaio 1969 sul tetto dell’edificio di Savile Row, sede della Apple. Disinteressati al progetto Get Back, i Beatles lasciarono il missaggio delle tracce prima all’ingegnere della EMI Glyn Johns, successivamente al produttore americano Phil Spector che si occupò del lavoro di post-produzione, incurante di ricevere il consenso degli autori.
Let It Be raggiunse subito il 1° posto in classifica in tutto il mondo. Il disco fu seguito poco dopo dall’uscita dell’attesissimo film diretto da Lindsay-Hogg, il 13 maggio dello stesso anno.
Nessuno dei quattro presenziò alla prima del documentario, con il quale il mondo capì che i Beatles di dieci anni prima non esistevano e non potevano esistere più.